Un aiuto in più per affrontare la fatigue in alleanza con le terapie oncologiche. La terapia sistemica di supporto (SST) di medicina generale aiuta a prevenire gli effetti collaterali delle terapie oncologiche favorendo i processi auto-riparativi e difensivi dell’organismo che queste spesso indeboliscono. Rafforzare l’organismo sostenendo al meglio la sua autonomia consente di trarre i migliori vantaggi dalle stesse terapie oncologiche e di preservare un alto livello di autonomia personale e di qualità della vita.
Gli effetti collaterali delle terapie oncologiche
La chemioterapia antitumorale, ossia l’uso di farmaci indirizzati alla distruzione delle cellule neoplastiche, è considerata un cardine della terapia dei tumori. I chemioterapici somministrati nel corso delle terapie oncologiche hanno sul paziente due ordini di effetti: da un lato i sintomi ben noti dovuti all’impatto acuto dei farmaci con l’organismo, oggi sempre meglio controllati con la somministrazione di farmaci specifici; dall’altro i sintomi di un profondo stato di malessere fisico, oltre che psicologico, che evolve nel medio-lungo periodo, e che configura una sindrome che va sotto il nome di fatigue.
Questa condizione, che interessa oltre il 90% dei pazienti oncologici, è caratterizzata da un malessere e da una perdita di energia tali da essere ritenuti il principale ostacolo verso le normali attività quotidiane e la più importante causa di riduzione della qualità di vita.
Il fatto che i suoi principali meccanismi patogenetici siano stati oggi evidenziati e meglio compresi, ha consentito di dare una risposta efficace e scientificamente fondata allo stato di sofferenza espresso dai malati durante e dopo le terapie oncologiche.
L’approccio sistemico alla “fatigue”: una risposta al bisogno di supporto globale
L’aspetto innovativo di questo metodo di lavoro – maturato e utilizzato con successo in anni di attività clinica – consiste in una rilettura in chiave sistemica di conoscenze già acquisite e condivise in medicina e in oncologia, che consente di comprendere più chiaramente come i fondamentali equilibri fisiologici e la biochimica del metabolismo energetico dell’intero organismo vengano più o meno pesantemente disorganizzati.
I molteplici sintomi che caratterizzano questa sindrome, si rivelano essere l’espressione unitaria e coerente di una profonda perturbazione delle relazioni fra i fondamentali processi metabolici che conferiscono alla globalità dell’organismo i suoi caratteri costitutivi di unità, autonomia e individualità.
La fatigue inizia così ad assumere un significato biologico coerente e unitario, grazie al quale è possibile individuare una strategia terapeutica in grado di prevenire e contenere gli effetti collaterali e turbativi delle terapie oncologiche e verosimilmente, per le ragioni ampiamente evidenziate nella letteratura, perfino di migliorarne l’efficacia.
La terapia sistemica di supporto… in breve
La terapia sistemica di supporto (SST – Systemic Support Therapy) ha un’impostazione strategica coerente con la sua interpretazione patogenetica e consiste nella modulazione della complessa rete dei processi biologici che presiedono al metabolismo energetico e consentono all’organismo di preservare nel tempo le sue capacità auto-riparative regolative e difensive.
Questo è il razionale che suggerisce l’utilizzo prevalentemente – anche se non esclusivamente, se necessario – di biomolecole naturali, portatrici di informazioni coerenti con la natura biologica del sistema. L’effetto terapeutico complessivo emerge dall’interazione sinergica dei presidi terapeutici utilizzati. Nello specifico, si tratta di probiotici in grado di correggere la disbiosi (cioè l’alterazione della flora batterica fisiologica), preservare la corretta assimilazione degli alimenti e sostenere la vigilanza immunitaria dell’intero organismo; di biocatalizzatori e intermedi del ciclo di Krebs e della catena respiratoria in grado di regolare il metabolismo cellulare e la produzione di energia a livello mitocondriale; di substrati nutrizionali e alimenti che consentono la correzione dell’eccessiva acidificazione del mesenchima (il tessuto che riempie l’interstizio fra le cellule) e quindi la corretta rimozione delle tossine dall’intero organismo.